Amo dipingere, da sempre, considero il mio percorso in ascesa, alberga in me una esigenza terribilmente perfezionista, direi quasi maniacale. Il confrontarmi con corsi e concorsi mi ha indotto a credere di avere grandi cose da trasmettere. Per qualche anno ho avuto la presunzione di poter sollevarmi da obblighi istruttivi, poi ho capito, una volta diventata allieva del Maestro Pippo Ciarlo, un grande capace di scavare nel mio estro creativo e portarmi a livelli comunicativi per me impensabili.
Ho una laurea in scienze biologiche e impiego gran parte del mio tempo insegnando matematica in una scuola media di Torino. Ho adibito a studio una stanza della mia casa, quando varco quella soglia sento il profumo della trementina e mi sento veramente nel mio nido accogliente e creativo. Per me l’arte è comunicazione. Comunicazione non finalizzata agli astanti, bensì a me stessa. Creare un quadro significa per me esprimere il mio essere ed il mio pensiero raffigurandolo su una bianca ed anonima tela. La grande scommessa artistica è quella di riuscire, attraverso giochi di luce ed ombre, ad evincere pensieri spesso subconsci, per non dire subliminali, di estrazione Caravaggesca, mia grande fonte ispiratrice.
Quando mi accingo a creare un’opera interagisco direttamente con la tela, con i pennelli, con i colori. Una sorta di gravidanza e conseguente parto ideologico, guardo, mi irrita il non raggiungere l’effetto voluto, scruto, mi arrabbio, correggo, rifletto, arrivo ad un rapporto di amore/odio… con coriacea caparbietà tento di regalare all’umanità un pensiero difficilmente congiungibile a pietre di paragone plebee. Spesso il quadro percorre una strada fuori da ogni mappa logica. nasce un’idea, poi, man mano il lavoro si crea da solo, come se la mia mano fosse guidata dalla coscienza, Ecco perché spesso, noi artisti, abbiamo delle difficoltà a dare il titolo ai nostri lavori, ecco perché tante volte non ho saputo rispondere a certe domande.
“…La vita è raramente una cosa facile; ma sembra che lo sia ancora più raramente per l’artista: il quale attinge per lo più dalle difficoltà esteriori dell’esistenza, ma ancor più dalle difficoltà e dai conflitti interiori, la spinta a trovar rifugio nell’arte…” (Freud)
Dipingo principalmente figure femminili: “le mie bambine”, le chiamo così, mi permettono di far luce in stati d’animo che difficilmente saprei descrivere. Le coccolo, le metto in posizioni significative, parlo con loro: un po’ monelle, un po’ tentatrici, dolcissime quasi sempre. La vendita di un quadro per me è fonte di apprensione e privazione, una parte di me stessa mi abbandona. Il mio stile è un po’ rinascimentale, sicuramente fuori-moda (sempre che si possa parlare di “moda” nell’arte), ma molto comunicativo. I miei grandi idoli, quelli che molti chiamano fonte di ispirazione, sono i pittori del rinascimento. Una volta chiesero a Woody Allen se credesse di essere Gesù Cristo… lui rispose semplicemente che a qualcuno bisogna pur ispirarsi, io considero il mio ispiratore Caravaggio. Adoro il disegno, l’acquerello, l’incisione calcografica, ma ultimamente mi dedico soprattutto alla tecnica dell’olio su tela, mi permette di dare una maggiore intensità all’atmosfera che voglio creare nei miei lavori.
Ultimamente sto sperimentando la tavoletta grafica e devo ammettere che è terribilmente divertente. Mi permette di creare delle grafiche adatte per la stampa su tessuto e materiali vari, creando oggetti di designer personalizzato.
Ho partecipato a numerose esposizioni collettive ottenendo notevoli gratificazioni. Nei concorsi a cui ho partecipato mi sono resa protagonista conquistando premi e menzioni, anche con semplici disegni, tutto ciò è per me una grande vittoria artistica,… ne vado fiera.
Se la passione è una fine… io vado contro corrente, la vivo come inizio!!!!!!!!!!!
Concludo con una citazione del grande Michelangelo Merisi:
"E' solo davanti alla tela che il pittore si spoglia della tetra armatura che indossa per muoversi nella mischia di ogni giorno. Lo spazio bianco è uno specchio in cui si scorge galleggiare confusamente brandelli della propria anima, che invano si tenta di afferrare, di fermare per mezzo dei colori, di fissare in un gesto"
Ho una laurea in scienze biologiche e impiego gran parte del mio tempo insegnando matematica in una scuola media di Torino. Ho adibito a studio una stanza della mia casa, quando varco quella soglia sento il profumo della trementina e mi sento veramente nel mio nido accogliente e creativo. Per me l’arte è comunicazione. Comunicazione non finalizzata agli astanti, bensì a me stessa. Creare un quadro significa per me esprimere il mio essere ed il mio pensiero raffigurandolo su una bianca ed anonima tela. La grande scommessa artistica è quella di riuscire, attraverso giochi di luce ed ombre, ad evincere pensieri spesso subconsci, per non dire subliminali, di estrazione Caravaggesca, mia grande fonte ispiratrice.
Quando mi accingo a creare un’opera interagisco direttamente con la tela, con i pennelli, con i colori. Una sorta di gravidanza e conseguente parto ideologico, guardo, mi irrita il non raggiungere l’effetto voluto, scruto, mi arrabbio, correggo, rifletto, arrivo ad un rapporto di amore/odio… con coriacea caparbietà tento di regalare all’umanità un pensiero difficilmente congiungibile a pietre di paragone plebee. Spesso il quadro percorre una strada fuori da ogni mappa logica. nasce un’idea, poi, man mano il lavoro si crea da solo, come se la mia mano fosse guidata dalla coscienza, Ecco perché spesso, noi artisti, abbiamo delle difficoltà a dare il titolo ai nostri lavori, ecco perché tante volte non ho saputo rispondere a certe domande.
“…La vita è raramente una cosa facile; ma sembra che lo sia ancora più raramente per l’artista: il quale attinge per lo più dalle difficoltà esteriori dell’esistenza, ma ancor più dalle difficoltà e dai conflitti interiori, la spinta a trovar rifugio nell’arte…” (Freud)
Dipingo principalmente figure femminili: “le mie bambine”, le chiamo così, mi permettono di far luce in stati d’animo che difficilmente saprei descrivere. Le coccolo, le metto in posizioni significative, parlo con loro: un po’ monelle, un po’ tentatrici, dolcissime quasi sempre. La vendita di un quadro per me è fonte di apprensione e privazione, una parte di me stessa mi abbandona. Il mio stile è un po’ rinascimentale, sicuramente fuori-moda (sempre che si possa parlare di “moda” nell’arte), ma molto comunicativo. I miei grandi idoli, quelli che molti chiamano fonte di ispirazione, sono i pittori del rinascimento. Una volta chiesero a Woody Allen se credesse di essere Gesù Cristo… lui rispose semplicemente che a qualcuno bisogna pur ispirarsi, io considero il mio ispiratore Caravaggio. Adoro il disegno, l’acquerello, l’incisione calcografica, ma ultimamente mi dedico soprattutto alla tecnica dell’olio su tela, mi permette di dare una maggiore intensità all’atmosfera che voglio creare nei miei lavori.
Ultimamente sto sperimentando la tavoletta grafica e devo ammettere che è terribilmente divertente. Mi permette di creare delle grafiche adatte per la stampa su tessuto e materiali vari, creando oggetti di designer personalizzato.
Ho partecipato a numerose esposizioni collettive ottenendo notevoli gratificazioni. Nei concorsi a cui ho partecipato mi sono resa protagonista conquistando premi e menzioni, anche con semplici disegni, tutto ciò è per me una grande vittoria artistica,… ne vado fiera.
Se la passione è una fine… io vado contro corrente, la vivo come inizio!!!!!!!!!!!
Concludo con una citazione del grande Michelangelo Merisi:
"E' solo davanti alla tela che il pittore si spoglia della tetra armatura che indossa per muoversi nella mischia di ogni giorno. Lo spazio bianco è uno specchio in cui si scorge galleggiare confusamente brandelli della propria anima, che invano si tenta di afferrare, di fermare per mezzo dei colori, di fissare in un gesto"